La UE introduce nuove regole per l’efficienza energetica delle aziende

 

I paesi dell’Unione Europea dovranno ridurre il loro consumo totale di energia dell’11,7% entro il 2030, ha stabilito l’UE.

Risparmiare energia è un passo importante verso la salvaguardia del pianeta“, ha affermato Frans Timmermans, vicepresidente della Commissione europea.

Negli ultimi mesi, gli europei hanno dimostrato di essere pronti e in grado di affrontare questa sfida e la nostra industria ha dimostrato di poter ottimizzare l’uso dell’energia e i processi di produzione“, ha concluso Timmermans.

 

Ue, nuove regole sull’efficienza energetica

Questo accordo segna un nuovo passo verso il completamento del pacchetto “Pronti per il 55%” presentato nel 2021 dalla Commissione europea e volto a raggiungere una contrazione delle emissioni nette di gas a effetto serra a livello europeo di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990, finalizzato alla realizzazione del Green Deal europeo e del piano REPowerEU.

Dimostra ancora una volta la determinazione dell’UE a diventare climaticamente neutrale entro il 2050.

Per la prima volta, viene data forza giuridica al principio “l’efficienza energetica al primo posto“, accompagnato da un chiaro obbligo per i paesi dell’UE di tenere conto dell’efficienza energetica nelle loro decisioni politiche, di pianificazione e di investimento nel settore energetico e oltre.

L’accordo fissa un obiettivo di efficienza energetica dell’UE dell’11,7% per il 2030, andando oltre la proposta iniziale della Commissione nel pacchetto “Pronti per il 55%”. L’accordo richiede agli Stati membri dell’UE di garantire collettivamente un’ulteriore riduzione del consumo di energia finale e del consumo di energia primaria rispetto alle previsioni di consumo energetico del 2020.

 

Le novità concordate con il nuovo pacchetto

In base all’accordo, l’obbligo annuale di risparmio energetico quasi raddoppia per garantire progressi continui. Nel periodo 2024-2030, i paesi dell’UE dovranno realizzare ogni anno, in media, nuovi risparmi pari all’1,49% del consumo finale di energia, in aumento rispetto all’attuale 0,8%.

Tali risparmi dovranno raggiungere gradualmente l’1,9% entro la fine del 2030. L’accordo è uno strumento importante per stimolare il risparmio energetico nei settori di utilizzo finale come l’edilizia, l’industria e i trasporti.

Le norme riviste attribuiscono inoltre maggiori responsabilità al settore pubblico in termini di aumento dell’efficienza energetica. Gli enti pubblici dovranno tenere sistematicamente conto dei requisiti di efficienza energetica nel quadro degli appalti pubblici di prodotti, servizi, edifici e lavori.

Viene introdotto un nuovo obiettivo annuale di riduzione del consumo energetico dell’1,9% per il settore pubblico. L’obbligo dei Paesi Ue di rinnovare annualmente almeno il 3% della superficie totale degli edifici di proprietà della pubblica amministrazione vale d’ora in poi anche a livello regionale e locale.

 

 

Obblighi di gestione più efficienti

Le imprese saranno incoraggiate a essere più efficienti dal punto di vista energetico ai sensi della direttiva riveduta. Innanzitutto, i sistemi di gestione dell’energia diventeranno un obbligo implicito per i grandi consumatori di energia. Tutte le imprese, comprese le PMI che superano gli 85 TJ di consumo energetico annuo dovranno implementare un sistema di gestione dell’energia.

In caso contrario, saranno soggetti a audit energetico (se il loro consumo annuo supera i 10 TJ). Per la prima volta viene inoltre introdotto un sistema di reportistica sulle prestazioni energetiche dei grandi data center.

In base alle regole concordate, i paesi dell’UE dovranno anche promuovere piani di riscaldamento e raffrescamento locali nelle grandi città con una popolazione superiore a 45.000 abitanti. Inoltre, unitamente alla ridefinita definizione del sistema di teleriscaldamento e teleraffrescamento, i requisiti minimi saranno gradualmente modificati per garantire, entro il 2050, una fornitura completamente decarbonizzata.

Solo fino al 2030 sarà possibile sostenere nuove unità di cogenerazione ad alta efficienza alimentate a gas naturale e collegate a un sistema di teleriscaldamento all’interno di sistemi efficienti di teleriscaldamento e teleraffrescamento, mentre sarà vietato ogni altro utilizzo di altri combustibili fossili per le nuove capacità di generazione di calore in tali sistemi.

 

Investimenti e “prestiti verdi”

L’accordo rafforza ulteriormente le disposizioni relative al finanziamento dell’efficienza energetica per facilitare la mobilitazione degli investimenti. In base alle nuove disposizioni, i paesi dell’UE dovranno promuovere schemi di finanziamento innovativi e prodotti di prestito verdi a favore dell’efficienza energetica, garantendo che le istituzioni finanziarie offrano loro questi dispositivi in modo ampio e non discriminatorio. I paesi dell’UE dovranno riferire sul volume degli investimenti nell’efficienza energetica.

L’accordo contiene, per la prima volta nella storia, una definizione UE di povertà energetica. Gli Stati membri dovranno d’ora in poi attuare misure per migliorare l’efficienza energetica, con priorità tra le persone colpite dalla povertà energetica, i clienti vulnerabili, le famiglie a basso reddito e, se del caso, le persone che vivono in alloggi sociali.

Le norme riviste hanno posto un maggiore accento sulla riduzione della povertà energetica e sull’emancipazione dei consumatori, compresa la creazione di sportelli unici per l’assistenza tecnica e finanziaria e meccanismi extragiudiziali di risoluzione delle controversie.